Durante queste sonnolente e faticose giornate estive (soffro il caldo in maniera pesante), tra l'invio di un CV e l'altro, il miraggio di un lavoro remunerativo e allucinazioni mistico-creative, mi sono riproposta di fare una nuova versione del mio ACEO "Daphne", dettagliando maggiormente le foglie e cercando di imprimere un piu' enigmatico sorriso alla mia silvestre creatura.
Il tema mi è piuttosto caro: Daphne, per sfuggire ad Apollo che la desiderava (in maniera decisamente non platonica) e non perdere così la sua verginità, prega il padre Peneo di salvarla dalla violenza. Peneo prontamente accoglie la richiesta della figlia trasformandola nello splendido albero di Alloro. Dunque la castità, vista come cristallizazione, sospensione, sacrificio femminile dovuto al fato per non soccombere al "possesso" e alla bramosia sessuale dell'uomo.
La negazione di sè per confermare la propria interiorità e la propria fiera identità di donna, anima "selvaggia", senza gioghi, femmina libera fusa con la natura e le sue entità.
Di seguito, potrete vedere alcune fasi della lavorazione di questo acquerello, dal monocromo in indaco, alla sovrapposizione dei vari colori:
Le dimensioni sono 3,5 x 2,5 pollici. La carta usata è una Fabriano Artistico 50% cotone grana fine GF (è venduta in blocchi di 20 fogli, la riconoscete dala caratteristica confezione a "nido d'ape" gialla e blu). I pennelli utilizzati sono due martora Talens Red Sable rotondi n.2 e n.3. Per qualche dettaglio ho utilizzato matite pastello Derwent, Prismalo e Faber Castell (a mio avviso le 3 marche migliori sul mercato).